Processo amministrativo: il ricorso privo di procura ad litem di tipo speciale è inammissibile

Ai sensi del combinato disposto degli artt. 40, comma 1, lett. g), e 44, comma 1, lett. a), c.p.a., al fine dell'introduzione di un'impugnazione dinanzi al giudice amministrativo, è necessaria una procura ad litem di tipo speciale, conferita anteriormente o contestualmente alla data di sottoscrizione del ricorso da parte del difensore, pena la sua radicale nullità e la conseguente inammissibilità dell'impugnazione stessa. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sent. n. 3550/2024; sez. VI, sent. n. 2922/2019; TAR Lombardia, sez. II, sent. n. 339/2020; TAR Molise, sent. n. 38/2022.

Consiglio di Stato, sezione IV, 8 ottobre 2024, n. 8092

Processo amministrativo: ricorso per revocazione inammissibile se l'errore fattuale in cui è incorso il giudice non è stato determinante ai fini della decisione

In tema di processo amministrativo, ai sensi degli artt. 106, comma 1, c.p.a. e 395, comma 1, n. 4), c.p.c., l'errore di fatto revocatorio assume rilievo solo quando la svista percettiva o sensoriale del materiale istruttorio: a) abbia indotto l'organo giudicante a decidere sulla base di un falso presupposto di fatto; b) attenga a un punto non controverso e sul quale la decisione non ha in alcun modo, e tantomeno espressamente, motivato; c) intercetti elementi decisivi della decisione da revocare, tali da rendere evidente e oggettivo un rapporto di causalità tra l'erronea presupposizione e la pronuncia stessa. ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: CdS, sez. II, sentt. nn. 9893 e 741/2023; sez. IV, sent. n. 3089/2021; sez. VI, sent. n. 3306/2020; CGARS, sentt. nn. 414/2024 e 807/2021.

Consiglio di Stato, sezione III, 7 ottobre 2024, n. 8053

Responsabilità amministrativa: il dipendente assenteista deve risarcire il danno patrimoniale e all'immagine (anche se ha svolto ore di lavoro in eccesso)

In tema di responsabilità amministrativa, il dipendente pubblico che, senza alcuna autorizzazione o giustificazione, si sia assentato dal luogo di lavoro è tenuto, indipendentemente dall'esistenza di un giudicato penale di condanna, al risarcimento del danno patrimoniale e all'immagine ai sensi dell'art. 55-quinquies del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 («Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche»), pur se, nello stesso periodo, abbia svolto ore di lavoro in numero superiore a quello contrattualmente stabilito, non essendo esse computabili a compensazione delle ore di assenza arbitraria. ► V. anche Corte cost., sent. n. 61/2020, e Corte dei conti, sez. I centr. app., sent. n. 73/2021, entrambe in questa Rivista.

Corte dei conti, s.g. Sardegna, 10 settembre 2024, n. 145

Diritto penale: in caso di concorso nel reato di cessione di stupefacenti, il medesimo fatto storico può configurare il reato ex art. 73, comma 1 o 4, d.P.R. 309/1990 per un concorrente, e il reato ex art. 73, comma 5, stesso d.P.R. per altro concorrente

In tema di concorso di persone nel reato di cessione di sostanze stupefacenti, il medesimo fatto storico può configurare, sussistendo i diversi presupposti, il reato di cui all'art. 73, comma 1 o 4, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, nei confronti di un concorrente, e invece il reato di cui all'art. 73, comma 5, del medesimo d.P.R. (lieve entità) nei confronti di altro concorrente.

Corte di cassazione, sezioni unite penali, 14 dicembre 2023, n. 27727 (dep. 11 luglio 2024)

Energia: è incostituzionale la normativa della Regione Puglia che consente l'applicazione delle misure di compensazione anche per gli impianti e le infrastrutture del gas già autorizzati, senza prevedere contestualmente tali misure

È incostituzionale - per violazione dell'art. 117, terzo comma, Cost. («produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia») - la normativa della Regione Puglia (l. 27/2023) in materia di incentivazione alla transizione energetica, là dove consente l'applicazione delle misure di compensazione anche per gli impianti e le infrastrutture del gas che abbiano già ottenuto l'autorizzazione, senza la contestuale previsione di tali misure.

Corte costituzionale, 18 ottobre 2024, n. 165

Scuola: la normativa italiana sul computo dell'anzianità di servizio dei docenti stabilizzati contrasta col diritto UE

La clausola 4 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, dev'essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale (come quella italiana) che, ai fini del riconoscimento dell'anzianità di servizio di un lavoratore al momento della sua nomina come dipendente pubblico di ruolo, limita ai due terzi il computo dei periodi di servizio prestati oltre i quattro anni in forza di contratti di lavoro a tempo determinato, anche quando, dopo un dato numero di anni di servizio, il rimanente terzo dei periodi di servizio prestato sia recuperato ai soli fini economici (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale di Lecce).

Corte di giustizia UE, settima sezione, 17 ottobre 2024

Proprietà intellettuale: la direttiva 2009/24/CE, sulla tutela giuridica dei programmi per elaboratore, non copre il contenuto delle variabili inserite temporaneamente nella RAM di una consolle per videogiochi

L'art. 1, §§ da 1 a 3, della direttiva 2009/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore, dev'essere interpretato nel senso che non rientra nell'ambito della tutela conferita da tale direttiva il contenuto dei dati variabili inseriti da un programma per elaboratore tutelato nella memoria RAM di un elaboratore e utilizzati da detto programma durante la sua esecuzione, nei limiti in cui questo contenuto non consenta la riproduzione o la realizzazione del programma in una fase successiva.

Corte di giustizia UE, prima sezione, 17 ottobre 2024

Servizi nel mercato interno: la normativa italiana che, per l'apertura di punti vendita di prodotti del tabacco, fissa requisiti relativi alla distanza geografica minima e alla demografia non contrasta col diritto UE

L'art. 10, §§ 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno, dev'essere interpretato nel senso che esso non osta a una normativa nazionale (come quella italiana) che subordina il rilascio di un'autorizzazione di punti vendita di prodotti del tabacco al rispetto di requisiti relativi alla distanza geografica minima tra i prestatori e alla demografia, senza che l'autorità pubblica competente possa prendere in considerazione, in luogo di tali requisiti, aumenti periodici del numero di consumatori, purché i suddetti requisiti: siano oggettivamente giustificati da un motivo imperativo di interesse generale, quale la protezione della sanità pubblica contro i rischi derivanti dai tabacchi lavorati; siano tali da produrre effetti dissuasivi sulla domanda di tabacchi lavorati; si applichino anche all'installazione di distributori automatici di tabacco; e applicati, se del caso, con il criterio relativo all'interesse del servizio, rispettino il principio di proporzionalità e soddisfino i requisiti di chiarezza, univocità, oggettività, pubblicità, trasparenza e accessibilità (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal TAR Liguria).

Corte di giustizia UE, prima sezione, 17 ottobre 2024

Procedura penale: non è incostituzionale l'art. 133, comma 1-bis, c.p.p., là dove non consente al giudice di disporre l'accompagnamento coattivo del querelante, ove la remissione tacita di querela per mancata comparizione sia stata ricusata dall'imputato

Non sono fondate, «nei sensi di cui in motivazione», le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal Tribunale di Venezia in riferimento agli artt. 24, 111 e 117, primo comma, Cost., quest'ultimo in relazione all'art. 6, § 3, lett. d), CEDU - dell'art. 133, comma 1-bis, c.p.p., introdotto dall'art. 7, comma 1, lett. d), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 («Attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari»), là dove non consente al giudice di disporre l'accompagnamento coattivo del querelante, ove la sua mancata comparizione integri remissione tacita di querela e questa sia stata ricusata dall'imputato.

Corte costituzionale, 17 ottobre 2024, n. 164

Immigrazione: non sono fondate le questioni di costituzionalità dell'art. 16, comma 4, d.lgs. 286/1998, in tema di giudice competente a revocare la sanzione sostitutiva dell'espulsione per lo straniero rientrato illegalmente nel territorio nazionale

Non sono fondate, «nei sensi di cui in motivazione», le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal Tribunale di Firenze in riferimento agli artt. 3, 24, secondo comma, e 27, secondo comma, Cost. - dell'art. 16, comma 4, del d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286 («Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero»), in tema di giudice competente a disporre la revoca della sanzione sostitutiva dell'espulsione nei confronti dello straniero che sia rientrato illegalmente nel territorio nazionale.

Corte costituzionale, 17 ottobre 2024, n. 163

Misure di prevenzione: è incostituzionale l'art. 14, comma 2-ter, d.lgs. 159/2011, in tema di verifica della perdurante pericolosità sociale in caso di sospensione della sorveglianza speciale per detenzione in espiazione di pena del sottoposto

È incostituzionale - per violazione degli artt. 3, primo comma, 13, primo comma, e 27, terzo comma, Cost. - l'art. 14, comma 2-ter, del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159 («Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136»), là dove prevede che, in caso di sospensione dell'esecuzione della sorveglianza speciale fintantoché il sottoposto è detenuto per esecuzione di pena, il tribunale verifica la persistenza della sua pericolosità sociale solo quando lo stato detentivo si è protratto per almeno due anni.

Corte costituzionale, 17 ottobre 2024, n. 162

Edilizia e urbanistica: l'omessa notifica dell'ordine di demolizione all'usufruttuario dell'opera abusiva non comporta l'illegittimità del provvedimento

In tema di edilizia e urbanistica, l'ordinanza di demolizione di un'opera abusiva dev'essere notificata al proprietario del bene, quale risulta dai registri catastali, e non anche all'usufruttuario, ferma la possibilità per quest'ultimo di impugnare autonomamente (ove ne ricorrano i presupposti) il provvedimento, di cui sia venuto a conoscenza.

TAR Lazio, sezione II stralcio, 9 ottobre 2024, n. 17315

Accesso ai documenti amministrativi: il contribuente ha diritto all'ostensione dell'atto impositivo e della prova della relativa notifica

In tema di accesso ai documenti amministrativi, l'ente impositore o il concessionario della riscossione è tenuto a garantire l'ostensione, richiesta dal contribuente, dell'atto impositivo e della prova della relativa notificazione (senza che possa considerarsi equipollente l'estratto di ruolo), ovvero ad attestare l'eventuale inesistenza degli stessi, spiegandone le ragioni (fattispecie riguardante la tassa sui rifiuti). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, ad. plen., sent. n. 4/2022, e sez. IV, sentt. nn. 3015/2023 e 7437/2022; TAR Abruzzo, sent. n. 689/2015.

TAR Campania, sezione VIII, 8 ottobre 2024, n. 5278

Scuola: sull'esclusione dalle graduatorie provinciali per le supplenze disposta in ragione della mancanza dei requisiti di accesso previsti dalla normazione primaria decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti l'esclusione dei docenti dalle graduatorie provinciali per le supplenze disposta in ragione della mancanza dei requisiti di accesso previsti dalla normazione primaria, configurandosi nella specie posizioni giuridiche di diritto soggettivo. ► V. anche, in questa Rivista: Cass. civ., sez. un., ordd. nn. 8774/2021, 8098/2020 e 21196/2017; CdS, sez. VII, sent. n. 7222/2024; TAR Abruzzo, Pescara, sent. n. 485/2022.

TAR Puglia, Lecce, sezione II, 7 ottobre 2024, n. 1057

Processo amministrativo: inammissibile il ricorso contro il silenzio della P.A. se il privato ha richiesto il compimento di attività materiali

Il ricorso avverso il silenzio serbato dalla Pubblica Amministrazione (artt. 31 e 117 c.p.a.) è esperibile solo quando essa sia tenuta ad emanare un provvedimento, e non anche nel caso in cui il privato abbia richiesto il compimento di attività materiali. ► V. anche CdS, sez. IV, sent. n. 5206/2023, e TAR Abruzzo, sent. n. 426/2023, entrambe in questa Rivista.

TAR Campania, Salerno, sezione I, 4 ottobre 2024, n. 1796

Processo amministrativo: è inammissibile il ricorso per l'ottemperanza di una sentenza pronunciata dal giudice civile nei confronti di una società in house

In tema di processo amministrativo, è inammissibile il ricorso in ottemperanza avente ad oggetto una sentenza pronunciata dal giudice ordinario (nella specie, del lavoro) nei confronti di una società in house (nella specie, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a.), trattandosi di ente di diritto privato. ► V. anche TAR Sicilia, sez. I, sent. n. 1660/2021, in questa Rivista.

TAR Calabria, sezione II, 3 ottobre 2024, n. 1412

Accesso ai documenti amministrativi: illegittimo il no all'estrazione di copia degli atti richiesti in ostensione

Ai sensi degli artt. 22, comma 1, lett. a), e 25, comma 1, della l. 7 agosto 1990, n. 241 («Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»), il diritto di accesso ai documenti amministrativi comprende, oltre alla facoltà di visionare gli atti, anche quella di estrarne copia; onde è illegittima la determinazione che riconosca esclusivamente la prima (fattispecie riguardante un'istanza di accesso agli indici decennali di nascita e di matrimonio di un Comune). ► V. anche TAR Marche, sent. n. 294/2023, in questa Rivista.

TAR Veneto, sezione I, 2 ottobre 2024, n. 2292

Edilizia e urbanistica: il Comune è tenuto ad accertare la legittimazione di chi richiede il permesso di costruire, ma senza doversi addentrare in valutazioni squisitamente civilistiche

In tema di edilizia e urbanistica, l'Amministrazione è tenuta ad accertare, con serietà e rigore, la legittimazione del soggetto che richiede il permesso di costruire, vale a dire che questi sia proprietario del bene o altrimenti titolato a eseguire l'attività edificatoria; e, qualora venga a conoscenza che tale legittimazione è oggetto di contestazioni, deve verificarne la fondatezza, senza tuttavia compiere valutazioni squisitamente civilistiche (che spettano al giudice ordinario), negando il permesso soltanto se l'istante non è in grado di fornire elementi prima facie attendibili. ► V. anche CdS, sez. VI, sent. n. 3936/2022, in questa Rivista.

Consiglio di Stato, sezione IV, 4 ottobre 2024, n. 7997

Espropriazione per pubblica utilità: se manca un formale provvedimento di esproprio (o altro equipollente), il bene occupato dalla P.A. resta di proprietà del privato

In tema di espropriazione per pubblica utilità, nell'ipotesi di mancata adozione di un formale provvedimento di esproprio, ovvero altro equipollente [come quello di acquisizione sanante ex art. 42-bis del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità»)], la proprietà del bene occupato dall'Amministrazione resta in capo al privato, che quindi può chiederne la restituzione, configurandosi un illecito permanente. ► V. anche CdS, ad. plen., sent. n. 2/2020, e sez. IV, sent. n. 600/2022, entrambe in questa Rivista.

Consiglio di Stato, sezione IV, 3 ottobre 2024, n. 7955

Contratti pubblici: sull'individuazione degli affidatari dei contratti attuativi di un accordo-quadro decide il giudice amministrativo

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, appartengono alla giurisdizione del giudice amministrativo le controversie attinenti alla fase che intercorre fra la stipulazione di un accordo-quadro e la sottoscrizione delle convenzioni attuative, atteso che la decisione motivata circa l'individuazione degli affidatari dei singoli contratti implica la spendita di poteri autoritativi, a fronte dei quali la posizione giuridica degli operatori economici, parti dell'accordo, è di interesse legittimo.

Consiglio di Stato, sezione III, 2 ottobre 2024, n. 7896