Regioni: è incostituzionale la normativa dell'Emilia-Romagna che sottopone le partecipanze agrarie ai poteri di indirizzo e vigilanza previsti per gli enti dipendenti dalla Regione

È incostituzionale - per violazione dell'art. 117, secondo comma, lett. l), Cost. - la normativa della Regione Emilia-Romagna (l. 6/2004) che sottopone le partecipanze agrarie ai poteri di indirizzo e vigilanza previsti per gli enti dipendenti dalla Regione.

Corte costituzionale, 26 luglio 2024, n. 152

Ambiente: è incostituzionale la normativa della Regione Sardegna che trasferisce alle province e alle città metropolitane il potere sostitutivo nei confronti dei comuni che non eseguano in via suppletiva gli interventi di bonifica dei siti contaminati

È incostituzionale - per violazione di varî parametri - la normativa della Regione Sardegna (l. 9/2023) che: a) trasferisce alle province e alle città metropolitane il potere sostitutivo nei confronti dei comuni che non eseguano in via suppletiva gli interventi di bonifica dei siti contaminati; b) reintroduce la possibilità di demolire e ricostruire i fabbricati siti nella fascia di trecento metri dalla linea di battigia marina anche senza conservare la conformazione, l'ubicazione e le caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell'edificio demolito.

Corte costituzionale, 26 luglio 2024, n. 151

Diritto penale: non è incostituzionale l'art. 131-bis, comma 5, c.p. (esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto)

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal Tribunale di Firenze in riferimento agli artt. 3 e 76 Cost. - dell'art. 131-bis, comma 5, c.p. (esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto).

Corte costituzionale, 25 luglio 2024, n. 149

Diritto civile: sono incostituzionali gli artt. 230-bis, comma 3, e 230-ter c.c., là dove non estendono la disciplina dell'impresa familiare al convivente di fatto

Sono incostituzionali - per violazione degli artt. 2, 3, 4, 35 e 36 Cost. - l'art. 230-bis, comma 3, c.c., là dove non prevede come familiare anche il «convivente di fatto» e come impresa familiare quella cui collabora anche il «convivente di fatto», e, in via consequenziale, l'art. 230-ter c.c.

Corte costituzionale, 25 luglio 2024, n. 148

Edilizia residenziale pubblica: è incostituzionale la legge del Piemonte che subordina l'assegnazione di un alloggio al requisito della residenza o dell'attività lavorativa pregressa e protratta per almeno cinque anni nel territorio regionale

È incostituzionale - per violazione dell'art. 3 Cost. - la normativa della Regione Piemonte (l. 3/2010) che subordina l'assegnazione di un alloggio al requisito della residenza o dell'attività lavorativa pregressa e protratta per almeno cinque anni nel territorio regionale.

Corte costituzionale, 25 luglio 2024, n. 147

Fondazioni lirico-sinfoniche: è incostituzionale l'art. 2, comma 3, d.l. 51/2023, che prevede la cessazione anticipata dalla carica per i sovrintendenti che hanno compiuto il settantesimo anno d'età

È incostituzionale - per violazione dell'art. 77 Cost. - l'art. 2, comma 3, del d.l. 10 maggio 2023, n. 51 («Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale»), convertito, con modificazioni, nella l. 3 luglio 2023, n. 87, a norma del quale «[i] sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche che, alla data di entrata in vigore del presente decreto, hanno compiuto il settantesimo anno di età, cessano anticipatamente dalla carica a decorrere dal 1° giugno 2023, indipendentemente dalla data di scadenza degli eventuali contratti in corso».

Corte costituzionale, 25 luglio 2024, n. 146

Processo amministrativo: il Consiglio di Stato ribadisce che l'omesso deposito di copia della sentenza impugnata comporta l'inammissibilità dell'appello

In tema di processo amministrativo, ai sensi dell'art. 94 c.p.a., l'omesso deposito, nel termine di trenta giorni dall'ultima notificazione del ricorso in appello, di una copia (anche non autentica) della sentenza impugnata comporta l'inammissibilità del gravame. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. VI, sentt. nn. 4542/2024 (di orientamento diverso), 10185/2022 e 4520/2022; CGARS, sentt. nn. 554 e 86/2023.

Consiglio di Stato, sezione V, 4 luglio 2024, n. 5945

Processo amministrativo: la parte vittoriosa nel merito non può appellare la sentenza al solo fine di ottenere una modifica della motivazione, se questa non è idonea al giudicato in suo pregiudizio

In tema di processo amministrativo, è inammissibile il ricorso in appello proposto dalla parte vittoriosa nel merito avverso la motivazione della sentenza di primo grado, ove tale motivazione non sia idonea a formare giudicato in pregiudizio di essa parte.

Consiglio di Stato, sezione V, 3 luglio 2024, n. 5882

Bilancio e contabilità pubblica: non è incostituzionale l'art. 6-ter, comma 4, d.l. 132/2023, là dove impone alle regioni e agli enti locali (comuni valdostani compresi) il versamento di un contributo a favore della finanza pubblica

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - promosse dalla Regione Valle d'Aosta in riferimento a varî parametri - dell'art. 6-ter, comma 4, del d.l. 29 settembre 2023, n. 132 («Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali»), convertito, con modificazioni, nella l. 27 novembre 2023, n. 170, che modifica l'art. 1, comma 853, della l. 30 dicembre 2020, n. 178 («Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023»), là dove impone alle regioni e agli enti locali il versamento di un contributo a favore della finanza pubblica.

Corte costituzionale, 23 luglio 2024, n. 145

Fisco: non è incostituzionale l'art. 35, comma 3, d.lgs. 241/1997, là dove riserva a taluni professionisti il rilascio del visto di conformità sulle dichiarazioni dei redditi e dell'IVA

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal Consiglio di Stato in riferimento agli artt. 3, 41 e 117, primo comma, Cost., quest'ultimo in relazione agli artt. 56 TFUE e 16 della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno - dell'art. 35, comma 3, del d.lgs. 9 luglio 1997, n. 241 («Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni»), là dove riserva a taluni professionisti il rilascio del visto di conformità sulle dichiarazioni dei redditi e dell'imposta sul valore aggiunto (IVA).

Corte costituzionale, 23 luglio 2024, n. 144

Stato civile: è incostituzionale l'art. 31, comma 4, d.lgs. 150/2011, là dove prescrive l'autorizzazione del tribunale al trattamento medico-chirurgico anche se la transizione di genere è già avvenuta

È incostituzionale - per violazione dell'art. 3 Cost. - l'art. 31, comma 4, del d.lgs. 1° settembre 2011, n. 150 («Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell'articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69»), là dove prescrive l'autorizzazione del tribunale al trattamento medico-chirurgico anche qualora le modificazioni dei caratteri sessuali già intervenute siano ritenute dallo stesso tribunale sufficienti per l'accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione di sesso. ► V. anche, in questa Rivista: Corte cost., sentt. nn. 180/2017 e 221/2015; Cass. civ., sez. I, ord. n. 30125/2017 e sent. n. 15138/2015.

Corte costituzionale, 23 luglio 2024, n. 143

Edilizia e urbanistica: è incostituzionale la normativa della Regione Sardegna in materia di riutilizzo di sottotetti, riutilizzo di immobili con difformità condonate e posizionamento di pergole bioclimatiche

È incostituzionale - per violazione di varî parametri - la normativa della Regione Sardegna (l. 9/2023) in materia di: a) riutilizzo di sottotetti; b) riutilizzo di immobili con difformità condonate; c) posizionamento di pergole bioclimatiche.

Corte costituzionale, 23 luglio 2024, n. 142

Sanità: non è incostituzionale la normativa della Regione Sardegna che incrementa la spesa per prestazioni sanitarie oltre i limiti previsti dalla legge statale

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri in riferimento all'art. 117, terzo comma, Cost. («coordinamento della finanza pubblica») - della normativa della Regione Sardegna (ll. 9 e 21/2023) in materia di spesa per prestazioni sanitarie.

Corte costituzionale, 22 luglio 2024, n. 141

Sanità: non è incostituzionale l'art. 9-ter d.l. 78/2015, che pone a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per il SSN una quota di quanto necessario a ripianare lo sforamento del tetto di spesa imposto alle Regioni per i relativi acquisti

Non sono fondate, quanto al quadriennio 2015-2018, le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal TAR Lazio in riferimento agli artt. 3, 23, 41 e 117, primo comma, Cost., quest'ultimo in relazione all'art. 1 del Protocollo addizionale alla CEDU - dell'art. 9-ter del d.l. 19 giugno 2015, n. 78 («Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. Disposizioni per garantire la continuità dei dispositivi di sicurezza e di controllo del territorio. Razionalizzazione delle spese del Servizio sanitario nazionale nonché norme in materia di rifiuti e di emissioni industriali»), convertito, con modificazioni, nella l. 6 agosto 2015, n. 125, là dove pone a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per il Servizio sanitario nazionale una quota di quanto necessario a ripianare lo sforamento del tetto di spesa imposto alle Regioni per i relativi acquisti (c.d. payback per i dispositivi medici).

Corte costituzionale, 22 luglio 2024, n. 140

Sanità: è incostituzionale l'art. 8, comma 3, d.l. 34/2023, là dove non estende a tutte le aziende fornitrici di dispositivi medici la riduzione al 48% della quota determinata in sede regionale o provinciale

È incostituzionale - per violazione degli artt. 3 e 119 Cost. - l'art. 8, comma 3, del d.l. 30 marzo 2023, n. 34 («Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali»), convertito, con modificazioni, nella l. 26 maggio 2023, n. 56, là dove non estende a tutte le aziende fornitrici di dispositivi medici la riduzione al 48% della quota determinata dai provvedimenti regionali e provinciali di cui all'art. 9-ter, comma 9-bis, del d.l. 19 giugno 2015, n. 78 («Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. Disposizioni per garantire la continuità dei dispositivi di sicurezza e di controllo del territorio. Razionalizzazione delle spese del Servizio sanitario nazionale nonché norme in materia di rifiuti e di emissioni industriali»), convertito, con modificazioni, nella l. 6 agosto 2015, n. 125, con conseguente caducazione delle procedure e dei termini individuati dal medesimo art. 8, comma 3.

Corte costituzionale, 22 luglio 2024, n. 139

Appalti pubblici: l'impresa che offre un prodotto in un materiale diverso da quello indicato nella lex specialis va esclusa dalla gara

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, le soluzioni migliorative si differenziano dalle varianti perché le prime possono liberamente esplicarsi in tutti gli aspetti tecnici lasciati aperti a diverse soluzioni sulla base del progetto posto a base di gara e oggetto di valutazione delle offerte dal punto di vista tecnico, rimanendo comunque preclusa la modificabilità delle caratteristiche progettuali già stabilite dall'Amministrazione, mentre le seconde si sostanziano in modifiche del progetto dal punto di vista tipologico, strutturale e funzionale, per la cui ammissibilità è necessaria una previa manifestazione di volontà della stazione appaltante (fattispecie riguardante la fornitura di tubature in un materiale diverso da quello indicato nella lex specialis). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. V, sentt. nn. 8123/2022, 4754/2021 e 6793/2019.

TAR Calabria, sezione II, 4 luglio 2024, n. 1099

Processo amministrativo: in caso di silenzio sulla domanda di accesso civico generalizzato, l'istante non può esperire l'azione di cui all'art. 116 c.p.a., ma deve proporre quella ex artt. 31 e 117 c.p.a.

In tema di processo amministrativo, il silenzio sulla domanda di accesso civico generalizzato non ha valore provvedimentale, con la conseguenza che l'istante non può esperire l'azione di cui all'art. 116 c.p.a., ma deve proporre quella prevista dagli artt. 31 e 117 c.p.a. ► V. anche TAR Piemonte, sez. II, sent. n. 826/2023, in questa Rivista.

TAR Piemonte, sezione II, 1° luglio 2024, n. 805

Processo amministrativo: l'ottemperanza di chiarimenti (art. 112, comma 5, c.p.a.) non può trasformarsi in un'azione di accertamento della legittimità o liceità della futura azione amministrativa né in un'impugnazione mascherata

In tema di processo amministrativo, il ricorso in ottemperanza previsto dall'art. 112, comma 5, c.p.a. (c.d. ottemperanza di chiarimenti) è proponibile solo allorquando sussistano elementi di dubbio o di non immediata chiarezza nella sentenza ottemperanda, allo scopo di ottenere precisazioni e delucidazioni su punti del decisum ovvero sulle concrete modalità di esecuzione, senza perciò che possano essere introdotte ragioni di doglianza volte a modificare o integrare l'oggetto delle statuizioni rese, ovvero che il giudice sia investito di questioni che devono trovare la loro corretta risoluzione in sede di attuazione della sentenza nell'ambito del rapporto fra le parti e l'Amministrazione. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. V, sentt. nn. 5971/2023 e 4267/2019; sez. VII, sent. n. 7742/2023.

TAR Veneto, sezione II, 28 giugno 2024, n. 1659

Diritto penale: inammissibili le questioni di costituzionalità dell'art. 74, commi 1 e 2, d.P.R. 309/1990 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope) sollevate, quoad poenam, dal GIP del Tribunale di Brescia

Sono inammissibili, poiché «[a]l vulnus denunciato non è [...] possibile porre rimedio nel modo indicato dal rimettente», le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal GIP del Tribunale di Brescia in riferimento agli artt. 3 e 27 Cost. - dell'art. 74, commi 1 e 2, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 («Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza»), là dove punisce: a) con la reclusione non inferiore agli anni venti, anziché agli anni sette, chi promuove, costituisce, dirige, organizza o finanzia un'associazione finalizzata a commettere più delitti fra quelli previsti dal precedente art. 73 (comma 1); b) con la reclusione non inferiore agli anni dieci, anziché agli anni cinque, chi partecipa all'associazione (comma 2). Tuttavia la Consulta «non può fare a meno [...] di auspicare un sollecito intervento del legislatore che valga a rimuovere l'anomalia sanzionatoria riscontrabile in subiecta materia» (§ 6 in diritto).

Corte costituzionale, 19 luglio 2024, n. 138

Trasporto pubblico: è incostituzionale l'art. 10-bis, comma 6, d.l. 135/2018, là dove vieta il rilascio di nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (NCC)

È incostituzionale - per violazione degli artt. 3, 41, commi primo e secondo, e 117, primo comma, Cost., quest'ultimo in relazione all'art. 49 TFUE - l'art. 10-bis, comma 6, del d.l. 14 dicembre 2018, n. 135 («Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione»), convertito, con modificazioni, nella l. 11 febbraio 2019, n. 12, là dove vieta il rilascio di nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (NCC) sino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese abilitate al servizio taxi o NCC.

Corte costituzionale, 19 luglio 2024, n. 137